martedì 8 settembre 2015

"La cosa più bella è donare"

Buona sera a tutti!
Cercavo affannosamente un metodo di sfogo alternativo allo scrivere in solitudine su un quaderno disordinato. Un luogo dove potessi sì, scaricare tensioni, pensieri, suggestioni, ma anche dove poter comunicare facilmente con chi, con pochi click, potesse arrivare a me, agli sfoghi di una scrittrice compulsiva disperata! Sì, perché chi scrive, si ritrova a dover accettare una condizione quasi patologica, per la quale non si può star tranquilli a viver la vita, le esperienze, gli affetti, godendosi tutto, in totale spensieratezze. No! La nostra testa è continuamente affollata da pensieri, riflessioni e mondi che involontariamente costruiamo dal nulla, e che vanno inevitabilmente buttati giù su un foglio, fisico o digitale che sia, altrimenti si rischia di accumulare tensioni assolutamente non positive.
Iniziai proprio scrivendo tutte le sciocchezze che mi passavano per la testa su un povero diario con la copertina colorata dipendentemente dal mio umore. Ero piccola, scrivevo dei miei maestri delle elementari o le descrizioni tanto minuzione quanto inutili della mia famiglia e dei miei cari animaletti, ma ne avevo bisogno! Quando impugnavo una penna o una matita, che si trattasse di scrivere o disegnare, stavo già meglio. Non che vivessi situazioni problematiche da sfogare ma, tornando ai poveri scrittori, quelli che possono definirsi tali non per il numero di pubblicazioni fatte ma per il loro modo di essere e di vivere la vita, nell'intimità di un foglio di carta bianco e una penna impaziente di macchiare qualcosa, vedono il mondo con occhi diversi. Non servono disgrazie o malesseri per far nascere l'esigenza di esprimersi. Uno scrittore ha quasi sempre qualcosa da dire!
Dunque dopo una lunga esperienza con i diari segreti incontrai il mio amato blog di msn. Era il mondo perfetto per me. Anche se a rilegger oggi le cose che scrivevo lì, mi viene un po' da ridere un po' da bruciar tutto. Perdonate questa digressione nostalgica, ma affacciarmi ad una piattaforma che così tanto mi ricorda il blog di messenger ormai andato perduto, del quale restano pochi post salvati abilmente in un documento word, mi rallegra non poco!
Ma non sono qui per parlare di sciocchezze (Sto mentendo. Scriverò una serie infinita di sciocchezze!). Mi trovo su questo blog per raccontarvi le letture e le suggestioni da queste giunte!
Ho deciso di aprire le danze con una lettura molto particolare. Un incontro/scontro con un libro fuori dal comune. Non è infatti mia intenzione farne una recensione tradizionale, bensì raccontarvi l'esperienza legata a questa lettura.



 Iniziò tutto quando mi ritrovai tra le mani decine di libri appartenuti ad un lontano parente. Leggevo una serie interminabile di titoli già conosciuti. Uno dopo l'altro li catalogavo e li riponevo sulla libreria, quando d'un tratto lessi un titolo che mi catturò "Il pazzo e il suo grillo". Come ebbi modo di scoprire successivamente, ho una passione in comune con l'autrice del romanzo, Anna Bongiorno: mi incuriosiscono le persone che son considerate matte sol perché diverse, sol perché vedono il mondo da punti di vista sconosciuti ai più. Oltretutto si faceva riferimento ad un grillo, così associai questa figura ad una creatura immaginaria che sussurra all'orecchio dello scrittore tutto ciò che poi si ritrova a trascriver su carta e che neppure lui sa bene da dove è venuto fuori! Pensai di poter essere una matta con un grillo in spalla che nessuno a parte me potesse vedere. Così senza analizzare bene il libro, cosa che invece faccio abitualmente, andai dritta alla prima pagina. L'autrice inizia subito col parlare del matto della sua città, che a lei tanto piaceva osservare. La frase ricorrende che gli sentiva pronunciare era "Donate, fratelli, donate! La cosa più bella è donare." E continua parlando di lui:

"[...] anche il più povero, può sempre donare qualcosa perché nessuno è mai troppo povero da non avere almeno l'amore da donare al fratello, e lui voleva dare l'esempio, testando il suo amore a tutti quelli che gli stavano intorno."


La lettura mi incuriosì. Al secondo capitolo parla un po' di lei, di come concretamente si sentisse tanto simile a quel matto incompreso da tutti. Apprezzo la modalità di scrittura, estremamente colloquiale e scorrevole. La lettura risulta assolutamente piacevole. Mossa dalla sua capacità di far scivolare le parole una dopo l'altra e dalla curiosità di capire dove volesse arrivare, continuai la lettura finché... capii dove volle andare a parare. Distratta dal titolo non lessi il sottotitolo nascosto tra le pagine: "Storie spicciole di una donatrice di sangue." Avvertii ostilità nei confronti di chi, come me, non donava sangue. Pensai fosse qualinquista e superficiale così chiusi il libro e, come mi capita spesso, a causa di altri eventi e distrazioni, non continuai la lettura. Scappare credo sia tipico di chi sa di aver torto o di chi sa di non avere torto ma non ha modo di controbattere. E come potevo io spiegare a questa Anna Bongiorno che svengo persino per un prelievo di sangue? Ma la verità è che questa mia "condizione" infastidiva persino me. Ho sempre avuto il desiderio di fare qualcosa di utile per gli altri e quale scelta migliore di donare il sangue? Ma sentirmi dire da un libro che ero vigliacca mi faceva soffrire ancor di più la cosa!
Rimase a prender polvere e a guardarmi per tanto tempo; a tornarmi in mente nei momenti meno probabili e ad assillare la mia coscenza. Restò lì fino ad una settimana fa. Fortunatamente nella vita si cambia, si cresce, mutano idee e punti di vista e soprattutto si prendono scelte diverse da quelle passate. Si è accesa la voglia di scommettere anche laddove c'è poco da scommettere; la voglia di tentare e di coinvolgere chi come me pensa di non potercela fare. Così capii che era arrivato il momento di risfogliare quelle pagine tanto odiate e tanto amate. Devo dire che sono stata davvero stupida ad abbandonare questa lettura. Perché sì, penso utilizzi toni forti, ostili ma forse necessari. Ad ogni modo racconta bizzarre esperienze che la accompagnarono nella sua vita di donatrice. 
È una storia! E come tante, a mio parere, va letta. Ognuno, poi, può trarne ciò che vuole.
Il libro è stato pubblicato nel 1970 e raccontava vicende degli anni '60. Chissà... l'autrice potrebbe per caso, navigando sul web, scoprire di continuare a donare qualcosa ai lettori, a decine di anni dalla sua pubblicazione. Non ho trovato purtroppo il link di acquisto sulle piattaforme online dunque penso che cavalcherò l'onda dei libri lasciati in giro per la città con la speranza che arrivi il libro ma soprattutto il messaggio!
Eppure non ho riflettuto solo sulla possibilità di salvare la vita ai malati con mezzo litro di sangue donato due volte all'anno; ho pensato a quel matto che apparentemente, non aveva niente neppure per se stesso ma che aveva capito quanta ricchezza era custodita nell'atto di donare; nel suo caso amore. Si dona nelle forme più impensabili e anche noi, con i tasti del computer tra le dita o a scorrer su un foglio la penna, nel nostro piccolo tentiamo di donare emozioni, evasioni, punti di vista nuovi, occasioni! Donare non è esclusivamente un atto materiale. Ognuno dona ciò che ha e ciò che può. Voi, scrittori che rincorrere pubblicazioni e numeri, voi lettori che regalate per i compleanni libri e momenti irripetibili, voi matti, che amate incondizionatamente e soprattutto voi che donate il vostro sangue a chi non avete mai visto, non temete perché quel che arriva al cuore, oltre che al corpo, ha un valore inestimabile. Dunque, con i mezzi che vi sono concessi, pochi coraggiosi giunti alla fine di questo primo post, vi esorto...
"Donate, fratelli, donate! La cosa più bella è donare."


Alessia Di Maria

4 commenti:

  1. Questo articolo cade a pennello.. Non ho mai donato il sangue anche se più volte mi è capitata l'occasione di avere vicino qualcuno che mi chiedesse di accompagnarlo.
    Credo sia una mia grande mancanza, mi riprometto che la prossima sarà quella decisiva, ma ogni volta ho sempre una scusa per rifiutare.
    Quest'estate però, qualcosa è cambiato, una ragazza che conosco è tornata a casa dall'ospedale dicendo che non hanno potuto fargli l'intera trasfusione, perché non c'era abbastanza sangue per tutti.
    La cosa mi ha toccato nel profondo e leggendo questo articolo non posso fare altro che convincermi sempre di più che bisogna entrare in questo mondo! Perché c'è più gioia nel dare che nel ricevere e perché non c'è cosa più soddisfacente di aiutare qualcuno anche nel tuo piccolo.
    Quindi inizierò anche io a breve questa nuova avventura!

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    1. Per sopperire agli anni passati senza donare il mio preziosissimo sangue ho deciso di convincere gli amici ad andarci insieme. In comitiva si va a mangiare la pizza, si va al pub il sabato sera, si passano giornate insieme a mangiare e a giocare, perché non fare qualcosa di utile anche per gli altri? Credo sia un momento importante da condividere con chi si condivide la vita!

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